C'era una volta
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Democrito e gli Abderiti  

 
Sempre in uggia mi fu l'ingiusto e scempio e temerario giudicar del volgo, che sol da sé piglia misura e legge e le cose di false ombre confonde. Ben ne fece a' suoi dì l'esperimento d'Epicuro il maestro, a cui non valse l'alto saper. Pei piccoli saccenti della città, Democrito non parve che un pazzerello... O dèi, quando s'è visto alcun profeta in mezzo a' suoi? Ma pazzi eran questi Abderiti il dì che un messo mandarono ad Ippocrate, chiedendo con lettere a quel medico divino, che venisse a guarir del dotto amico il malato cervel. - Vieni e vedrai - dicean gli stolti - vaneggiar la mente di sì grand'uomo dalla nebbia involta dei libri, che saria certo men danno s'ei non sapesse decifrar dei libri manco i cartoni. Udrai com'egli sogna di un infinito numero di mondi, ch'ei forse vede d'altri pazzerelli come lui popolati. E ancor discorre d'atomi erranti, poveri fantasmi del suo cervel che danza, e senza il piede metter fuori dell'uscio, egli pretende i cieli misurar, descriver fondo a tutto l'universo e non conosce il poveretto il mal che lo consuma. Una volta ei sapea nelle contese conciliar le discordie, oggi in se stesso rinchiuso parla sempre ruminando. Vieni, o divino medico, o non resta altra speranza -.

Ippocrate alla gente non crede troppo, ma a trovar si avvia l'illustre infermo. Ora vedrete quali incontri giochi spesso la fortuna! Voglio dire che Ippocrate sorprese il dotto pazzerel curvo ed intento all'ombra fresca e d'un ruscello in riva a ricercar per entro ai laberinti d'un cervello ove sede abbia ragione, e dove amor, negli uomini e nei bruti.

Molti grossi volumi accatastati erano in terra, e in suo pensier rapito, Democrito non vide il suo diletto amico che venìa. Brevi i saluti furono e i complimenti, e si capisce, ché il perder tempo a chi più sa più spiace. Messi in disparte i frivoli argomenti, cominciaron i due grandi maestri a cercar le cagioni alte del Bene, sull'uom sillogizzando e sullo spirito, parlando cose che il tacere è bello, sì com'era il parlar colà dov'era.

Giudice cieco qui ti mostra il fatto il volgare giudizio. E scarsa io presto fede a quella sentenza che proclama voce di Dio del popolo la voce.