C'era una volta
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I due Cani e l'Asino morto  

 
I vizi son fra lor buoni fratelli, e quando uno si siede nel nostro cor, si vede che siedono anche quelli che van con lor per via, a meno che la trista compagnia per ira non si pigli pei capelli.

Non così le virtù. Raro si mira dei grandi affetti in un sol uom lo zelo temperato con nobile armonia. L'uno è valente, sì, ma pronto all'ira, l'altro è saggio, ma l'anima è di gelo. Fin tra le bestie spesso vedi accader lo stesso. Il più fido animal che mai ci sia, il cane io dico, mostrasi talvolta anch'esso bestia stolta e piena d'un'ingorda ghiottornia.

Due Cani in lontananza un giorno videro in mezzo al fiume galleggiare un Asino, che, sospinto dal vento, se ne giva discostandosi sempre dalla riva.

- Amico, - disse l'un, - che l'occhio hai limpido e più acuto del mio, guarda sul liquido specchio dell'onda. È un bove od un cavallo? - E l'altro: - È un buon boccone senza fallo.

Ma pigliarlo, barbin, questo è il difficile! Lunga è la tratta e incontro il vento soffia. Non ti senti riarso e sitibondo? Proviamo a ber quest'acqua fino in fondo, finché in secco vedremo della bestia (superba provvigion) il corpo ghiotto -. Bevono i Cani e bevi e bevi... bevvero tanto che punf... scoppiarono di botto.

Tal è l'uomo. Se in lui fissa è l'idea, non c'è cosa impossibile e fallace. Castelli in aria crea, e per amor di vane ombre e di gloria in desideri perde la sua pace.

- Oh potessi riempire di ducati questi miei scrigni! O s'io sapessi almeno la chimica, la storia, la medicina, l'arabo, l'armeno! O arrotondar potessi questi Stati! -

Questo è bevere il mar. Ai sovrumani concetti d'uno spirto vanerello non bastan quattro corpi ed otto mani. Se non si resta a mezzo sul più bello, a compier ciò che logico non è non bastan quattro vite di Noè.