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![]() Tornando ancora al mio Fetonte, io dico, che caduto in quel fango che l'impegola, grida, bestemmia, batte senza regola, or fa forza alle rote ed ora al carro, e fatto quasi ossesso, picchia i muli, la terra e fin se stesso quel carrettier bizzarro. Finalmente egli invoca il dio famoso, noto al mondo per tante ardue fatiche eseguite nel tempo favoloso. - Ercole, - grida, - aiutami, se puoi, trammi da questo fondo, se è ver che in braccio hai sollevato il mondo -. Intanto voce fu per lui udita, che da una folta nuvola diceva: - Ercole vuol che l'uomo che l'invita muova le braccia anch'esso per il primo. Guarda dunque ove prima sia l'intoppo, togli i ciottoli e il fango che v'è troppo presso le ruote, e da' forza alla leva. Animo, spiana qua, togli di là, aiutati che il Ciel ti aiuterà. - Hai tu fatto? - Ecco fatto, Ercole santo. - Or sono a te, prendi la frusta in mano. - Ecco la frusta, oh vedi, caso strano! Che è ciò? il mio carro, o Dio, corre da sé... Deo gratias! Grazie a te. - Se il tuo baroccio va, - rispose ancor la voce dalla nuvola, - la forza è nel proverbio: aiutati che il Ciel t'aiuterà. |
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