C'era una volta
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Esequie alla Leonessa  

 
Il giorno che morì la principessa, o Leonessa, accorsero i dolenti a far al re quei mesti complimenti, che sono sul dolor buonamisura nei giorni di sciagura.

Fissato il luogo e il dì, volle il Leone che i suoi ministri attenti sorvegliasser la lunga processione. Grande il concorso fu. Dentro la grotta che serve al re Leon di cattedrale, ogni animale, ognun a modo suo piange d'intorno al re. E questi, è natural, piange per tre.

È la Corte una casa così fatta dove la gente è trista, è buona, è matta, a seconda che il re vuole o non vuole. Gente camaleontica che fa la scimmia ad una grande Maestà, mille corpi e una man che fa, che detta, come se l'uom (lo dicono i filosofi) non fosse che una vera macchinetta.

Tornando a noi, dirò che a quel gran duolo il Cervo solo non pigliò gran parte. La morta, a nominarla come viva, la moglie ed un figliuolo avevagli strozzato, e se nutriva ruggine in petto il Cervo derelitto, era nel suo diritto.

Ma non mancò chi corse poi dal principe a dir che il Cervo s'era fatto gioco perfin del funerale. La collera d'un principe è fatale, e molto più d'un re come il Leone, lo ha detto Salomone; ma quel Cervo leggeva così poco...

- Brutta bestia dei boschi, - disse il re, - ed osi sghignazzare innanzi a me, mentre si piange e mentre siamo in chiesa? Non io l'insulto tuo vendicherò, ma dai lupi sbranare ti farò a placar l'ombra pia da un vile offesa.

- Prego, ascoltate, o Sire, - il Cervo prese mestamente a dire, - passato è il tempo ormai di piangere e far guai, ché la regal Consorte cinta di fior, dal regno della Morte or or mi apparve e bella, in sua gentil favella e dolce riso: "Io son beata", disse, "e vo tra i santi a discorrere santa in paradiso. Dunque i sospiri cessino ed i pianti. Mi conforta il dolore universale e il pianto del mio re, ma dico a te che a un'anima beata è festa il funerale" -. Udito ciò, la Corte ad una voce - Miracolo! - gridava. - Apoteòsi! - E il Cervo invece di essere squartato di cavalier si meritò la croce.

Se voi lodate ed incensate i grandi, se prima vi parevan schizzinosi, diventan tosto morbidi e graziosi: per quanto grosse le sballate loro digeriran le vostre bombe d'oro.